La gestione ibrida dei progetti
Waterfall, Agile, Lean, Ibrido e UNI ISO 21502
Dove vanno le metodologie di project management?
A questa domanda si è voluto spesso rispondere cercando di individuare “la” metodologia che al momento sembrava essere quella in grado di spodestare le altre o porsi come “unica” alternativa rispetto agli approcci del passato.
È quanto ad esempio ha cercato di fare l’agile, nato quale movimento a partire anni 2000, peraltro nelle sue diverse accezioni.
Nell’intervento della precedente edizione di PMexpo, gli autori hanno tentato di inquadrare la materia come prodotto di un’evoluzione continua e senza “rotture” fra le diverse apparenti metodologie, che si sono progressivamente presentate sulla scena, anche in relazione a dinamiche e influssi più generali di altre discipline (come qualità e lean management).
Il presente intervento desidera riallacciare il tema, soffermandosi sul cosiddetto project management “ibrido”, che vuole ricomporre il quadro dei diversi metodi nell’ambito di un'unica filosofia di pensiero, a cui i project manager, operanti nei diversi settori, possono far riferimento, anche attraverso diverse “best practice”. Queste si rendono disponibili nella casetta degli attrezzi di quanti curano la gestione progetti, come il tailoring e le soluzioni cosiddette personalizzate, le quali meglio possono rispondere alla definizione ed alle esigenze di diverse classi di progetti, che per definizione restano unici e caratteristici dei diversi campi di applicazione. Anche sulla base delle ricerche e dei risultati riportati di recente in letteratura, l’intervento mira a fare il punto metodologico dell’approccio ibrido, inquadrabile a sua volta in diversi modelli e schemi-tipo di riferimento.
Relatori: Pier Luigi Guida, Maurizio Monassi